
In un contesto in cui da un momento all’altro può crearsi un’opportunità da sfruttare per il proprio business, è bene tenersi aggiornati e non farsi sfuggire nessuna occasione.
In questi articoli vi propongo le novità più interessanti della settimana riguardanti il settore del marketing.
Vediamo subito quali sono quelle di questo #73 appuntamento.
#1 NOTIZIA- BURGER KING INVITA I SUOI CLIENTI AD ORDINARE DAI COMPETITOR, PERSINO DA MCDONALD’S
“Ordinate da Mc Donald’s”.
Ben visibile sotto il logo di Burger King spunta questa frase.
Si tratta di una nuova trovata per prendersi gioco del competitor? In realtà no, tutt’altro. A inizio novembre Burger King ha pubblicato sui propri social quella che sembrerebbe essere una lettera rivolta ai propri clienti.
Il primo post è stato pubblicato in Francia dopo l’annuncio del secondo lockdown Nazionale. L’intento era invitare i consumatori a continuare ad acquistare dai punti di ristorazione, usando il delivery o il take away, ancora permessi.
«Pour une fois, on ne rigole pas», ossia «per una volta, non stiamo ridendo». Ecco come comincia invece il post francese.
Niente sfottò o ironia. Questa volta sono seri, anche nei confronti di Mcdonald’s, storico rivale.
Ma non viene citato solo il fast food concorrente. L’invito è di acquistare anche da altre catene altrettanto famose come KFC, Subway, Domino’s Pizza, Pizza Hut, Five Guys, Greggs, Taco Bell, Papa John’s, Leon, «o comunque da un altro food store, il cui elenco è troppo lungo da riportare qui».
«Non avremmo mai pensato di chiedervi questo, ma i ristoranti che danno un’occupazione a migliaia di lavoratori hanno bisogno del vostro supporto».
Solidarietà, insomma, in quello che è un periodo difficile per tutti, anche per la concorrenza e per chi ci lavora. In questo caso non esistono rivalità, si reagisce insieme.
La campagna ha ricevuto molti commenti positivi, ma anche qualche critica. Comunque non sono mancate le numerose condivisioni e le rivisitazioni divertenti del post.
#2 NOTIZIA- ELECTION DAY 2020: LE ELEZIONI PIÙ SOCIAL DI SEMPRE
Bene, si sono concluse le elezioni presidenziali, e come ben saprete è Biden il vincitore.
Dietro un semplice voto ci sono però mesi di preparazioni elettorali, campagne ed iniziative per ottenere consenso dagli elettori.
Le presidenziali 2020 hanno registrato la maggior affluenza degli ultimi anni. Sarà che il voto era per tutti il più sentito di sempre, o è anche merito degli investimenti nel digitale di brand, celebrities e politici per invitare alle urne gli elettori?
La recente emergenze sanitaria da Covid-19 ha reso impossibile l’utilizzo di consolidate tecniche di campagna come il volantinaggio, il porta-a-porta, gli eventi con centinaia di sostenitori, spingendo le organizzazioni a supporto dei candidati a concentrare ulteriormente gli sforzi sul digitale.
Dalle scorse elezioni sappiamo bene quanto Trump sia propenso all’utilizzo di questi canali, tant’è che, ve lo anticipo già da ora, vanta una presenza social ben più grande rispetto al suo rivale Biden.
La MR & Associati ha condotto uno studio 20 giorni prima del voto per comprendere le operazioni social del presidente uscente Donald Trump e del suo sfidante, il candidato democratico Joe Biden, analizzandone fanbase, contenuti, volumi di interazioni e strategie di advertising.
Un primo dato emerso è il suo svantaggio nei sondaggi elettorali. Dall’altra part3 ha a suo favore una fanbase sui social ben più grande rispetto a quella di Biden. Anche gli investimenti pubblicitari sono stati più aggressivi. Li vedremo presto.
Nel confronto fra le fanbase dei due candidati alla presidenza non c’è partita: il totale dei follower di Donald Trump è oltre sette volte quello di Biden. Rispettivamente hanno 140 milioni di followers e 18 milioni.
Donald Trump: volumi di interazioni e fanbase [Fonte: Blogmeter]
Joe Biden: volumi di interazione e fanbase [Fonte: Blogmeter]
Su MR & Associati si legge poi che “le interazioni complessive generate dagli account di Trump sono 571,4 milioni, cioè circa 3 volte rispetto a quelle di Biden, 187,6 milioni. Dato che riflette, del resto, la maggiore frequenza di pubblicazione della campagna Trump, che dall’1 Luglio al 12 Ottobre ha pubblicato in totale 5.747 tra post e tweet, contro i 1.980 di Biden.“
Ma è Twitter ad essere il campo di battaglia in cui vince Biden, stranamente. I tweet di Biden generano in media più interazioni dei tweet del presidente (102.281 versus 62.500).
Ora arriva il pezzo forte: l’advertising.
Da luglio a oggi, Trump ha superato il rivale nella spesa per campagne pubblicitarie sulle piattaforme Facebook e Instagram, investendo 74 milioni di dollari contro i 52,5 milioni di Biden.
Spesa totale dei due candidati da Luglio a oggi. [Fonte: New York University Ad Observatory]
Da quest’altro grafico si può invece vedere come ci sia stato un picco tra agosto e settembre negli investimenti pubblicitari di Trump. Biden ha invece cominciato i suoi investimenti a metà luglio, in ritardo rispetto a Trump.
Ma è soprattutto negli swing State (gli Stati in bilico, così decisivi nel gioco dei “Grandi Elettori” che determina la vittoria alle presidenziali nel sistema elettorale americano) che si è giocata la partita dell’advertising, che ha visto Biden investire di più tra agosto e settembre, per poi essere superato da Trump.
La spesa negli Stati in bilico [Fonte: Washington Post]
Insomma, a posteriori possiamo dire che una fanbase più ampia, una comunicazione più aggressiva, più engagement e più investimenti in advertising, soprattutto negli Stati decisivi, non sono bastati a Trump per vincere le elezioni.
#3 NOTIZIA- OCULUS INFINITE OFFICE: L’UFFICIO SI DEMATERIALIZZA E DIVENTA VIRTUALE
Ormai sappiamo bene cos’è lo smart working.
Non si lavora più dall’ufficio, e nemmeno obbligatoriamente da casa. Il luogo di lavoro perde di rilevanza in quanto ci basta una connessione internet e un computer per poter lavorare da dove più desideriamo.
Anche se ora dogmi come il timbro del cartellino e la cultura dell’orario d’ufficio 9-18 svaniscono sempre di più, dobbiamo dire che siamo solo all’inizio di una grande rivoluzione. In un futuro non tanto lontano sarà incentivato il management by objective, ovvero gestire le risorse per obiettivi e non in base alla presenza in ufficio.
Ma andiamo ancora più nel futuro.
Se l’ufficio non avesse più confini, se non ci fossero più il desk, il PC e il telefono? Se l’ufficio si dematerializzasse e fosse virtuale?
In occasione dell’evento Oculus Connect, Facebook, ora proprietaria di Oculus, ha presentato il nuovo modello Quest2. Si tratta di un sistema di realtà virtuale all-in-one, più piccolo e leggero rispetto alla versione precedente.
Questi dispositivi possono essere d’aiuto anche per la produttività, oltre che per l’intrattenimento.
Facebook ha infatti annunciato Oculus Infinite Office, che ricrea un ambiente virtuale con il quale interagire tramite gesture. Basta così indossare il device per trovarsi in “ufficio”.
Il lavoro smart è in forte crescita in alcuni Stati, a prescindere dalla pandemia. In Europa il 17% dei lavoratori è oggi in smart working. I danesi in testa con il 37% del totale, Italia ultima con il 7%. USA e Giappone sono intorno al 40% e il trend è in crescita.
Questo implicherà grandi cambiamenti nella vita lavorativa di tutti noi, andando ad influenzare anche quello che viene definito work-life balance.
Bene, questa era l’ultima notizia che avevo il piacere di proporre e condividere con voi.
Vi ringrazio per aver letto l’articolo e spero vi sia stato utile per rimanere
aggiornati o per trovare qualche spunto interessante.
Alla prossima settimana!
Articolo scritto da: Alessio Pepe