
In un contesto in cui da un momento all’altro può crearsi un’opportunità da sfruttare per il proprio business, è bene tenersi aggiornati e non farsi sfuggire nessuna occasione.
In questi articoli vi propongo le novità più interessanti della settimana riguardanti il settore del marketing.
Vediamo subito quali sono quelle di questo #74 appuntamento.
#1 NOTIZIA- LE ELEZIONI AMERICANE SI SONO SVOLTE
A COLPI DI SPOT ACCUSATORI
Sarebbe sbagliato dire che negli USA si vota la persona e non l’ideale che c’è dietro?
Negli Stati Uniti la cultura politica è ben diversa da quella del nostro paese. Mentre in Italia il candidato politico basa la sua campagna su ciò che potrebbe fare per gli elettori, negli Stati Uniti, il candidato politico basa la sua campagna su ciò che non potrebbe fare il suo oppositore.
Screditare l’avversario, ecco il gioco politico americano.
Così nascono le fazioni, o le tifoserie. Perché alla fine si tratta di senso di appartenenza.
Le elezioni americane del 2020 hanno fatto degli spot accusatori il principale format di propaganda. Come non aspettarselo con degli animi così accesi e uno scontro alla pari fino alla fine?
Nell’anno della pandemia, il tema della sanità è entrato prepotentemente nell’agenda politica delle elezioni USA 2020. Ecco allora il primo spot proposto: “The noise”.
Biden ha invece risposto con spot come “Ready to lead”, in cui accusa Trump di non aver gestito a dovere la pandemia da Covid-19.
Si tratta di elezioni polarizzate. Non ci sono vie di mezzo, e nemmeno le negative ads sembrano influenzare le fazioni createsi.
Particolarmente interessante è lo spot promosso dall’ex Vice Presidente in cui si critica l’operato del Presidente uscente. In “I Alone”, si ripete la frase di Trump “Solo io posso aggiustare questa situazione”, mentre i dati dei deceduti e dei contagiati scorrono inesorabili.
Nella campagna elettorale 2020 le negative ADS sono state prodotte nell’80% dei casi dal presidente Trump e nel 62% da Joe Biden.
Trump ha puntato molto sulla sua visibilità mediatica, oltre che sulle reti via cavo locali che hanno un alto numero di spettatori tra gli elettori più rurali, e le stazioni radio evangeliche e conservatrici.
Ma quali sono le preoccupazioni principali degli americani?
Secondo gli ultimi rilevamenti di Gallup, l’economia resta al primo posto nei pensieri degli americani (e resta anche il tema più presente negli spot), seguito dai temi della sicurezza nazionale e del terrorismo (presenti quasi esclusivamente nelle ADS di Trump).
#2 NOTIZIA- LIDL LANCIA LA SUA COLLEZIONE STREETWEAR: CODE AI PUNTI VENDITA E CAPI A RUBA!
La mattina del 16 novembre i supermercati Lidl sono stati presi d’assalto.
Nuovi DPCM in arrivo? Lockdown imminenti? No, niente di niente.
La fila davanti ai Lidl era dovuta al lancio della loro nuova linea di capi d’abbigliamento: la “Lidl fan collection”.
La catena di supermercati ha infatti messo in vendita una collezione a edizione limitata, che comprende: un paio di sneakers unisex a 12,99 euro con i colori del marchio (giallo, rosso e blu); un paio di ciabatte da donna gialle, rosse e blu e uno da uomo bianche e nere a 4,99 euro; calzini in spugna con il logo di Lidl a 2,99 euro; una t-shirt da donna rosa, bianca e grigia e una da uomo bianca e nera, entrambe a 4,99 euro.
La stessa collezione che già in Nord Europa era andata a ruba. Ma non solo, la richiesta era così alta che molte persone hanno fatto scorta di quanti più capi possibili con l’intenzione di rivenderli online ad un prezzo di gran lunga maggiore.
Anche in Italia, quindi, la speranza è di ricavare qualcosa da quella che altro non è che una semplice collezione di abbigliamento in stile streetwear proposta da una catena di supermercati.
Lidl ne ha chiaramente beneficiato dal punto di vista mediatico e di vendite ma, probabilmente, molte persone si ritroveranno con scarpe e calzini accumulati nella propria camera da regalare o svendere.
Eppure per ottenerle ci sono state anche resse. Guardate qua:
#3 NOTIZIA- GREENPEACE LANCIA LA SUA CAMPAGNA CONTRO LA DEFORESTAZIONE IN SUD AMERICA
«C’è un mostro in cucina e non so cosa fare. Ha occhi malvagi e pieni di luce, la sua coda sembra un serpente e i suoi artigli sono così affilati e spaventosi che potrebbero fare a pezzi un bambino».
Queste le parole che il narratore recita all’inizio della nuova campagna promossa da Greenpeace a difesa delle deforestazioni.
Un bambino spaventato e un giaguaro apparentemente feroce sono i protagonisti del cortometraggio animato. Il giaguaro, infatti, è costretto a scappare dalla foresta per rifugiarsi nell’abitazione del bambino.
Il loro incontro ci dimostrerà quanto il tema dell’industria alimentare contemporanea sia anche di nostro interesse.
Quelli che dal bambino erano descritti come occhi pieni di luce e spaventosi, in realtà erano occhi spaventati. Ecco che la prospettiva del racconto cambia, e il giaguaro comincia a raccontare le ragioni per cui si trova lì.
Il giaguaro ha infatti dovuto abbandonare la sua vera casa, la foresta, in cui ha abitato per tutta la vita e ridotta ora in cenere per mano dell’uomo, e cercare una nuova dimora.
Lo scopo della deforestazione, viene spiegato nello spot, è creare nuovi campi in cui coltivare mangimi da destinare all’allevamento intensivo di polli, maiali e mucche. Carne che sarà poi destinata alle case delle famiglie occidentali.
Ma ora il bambino sa cosa fare.
“Mangeremo più verdure e sostituiremo la carne con lo stufato di fagioli o il barbecue di tofu». Ecco le parole pronunciate!
L’invito di Greenpeace è quindi quello di limitare il consumo di carne a cui possono essere preferiti prodotti vegetali dall’alto valore proteico, come i legumi.
Il problema delle deforestazioni in sud America è da affrontare ora. Alla fine di settembre, in Brasile si contavano 226.485 km² di foreste bruciate, un’area grande quasi quanto l’intero Regno Unito.
Rômulo Batista, responsabile della campagna per l’Amazzonia di Greenpeace Brasile, ha infatti dichiarato che «è fondamentale che le persone in tutto il mondo sappiano qual è la posta in gioco insieme al futuro delle nostre foreste. In meno di 20 anni l’Amazzonia potrebbe scomparire e questo fenomeno è dovuto in gran parte all’indifferenza delle aziende internazionali a cui non interessa che la carne che vendono provenga da aree disboscate e bruciate».
Bisogna capire che la deforestazione non porta danni solo agli habitat e alla fauna che vi abita, ma anche all’uomo.
La scomparsa dei nostri “polmoni verdi”, infatti, determina un aumento esponenziale di CO2 nell’atmosfera, con il conseguente incremento dell’effetto serra, principale causa dei cambiamenti climatici e del cosiddetto “global warming”.
Bene, questa era l’ultima notizia che avevo il piacere di proporre e condividere con voi.
Vi ringrazio per aver letto l’articolo e spero vi sia stato utile per rimanere
aggiornati o per trovare qualche spunto interessante.
Alla prossima settimana!
Articolo scritto da: Alessio Pepe