
Cosa sono i toxic links
I toxic links sono letteralmente i “link tossici”. Si definiscono così quei link che, seppur portando traffico al sito, lo penalizzano perché provenienti da fonti sospette.
Per raggiungere un buon ranking sui motori di ricerca, soprattutto su google, è importante che il sito abbia un notevole traffico in entrata generato “naturalmente” e non per effetto di spam o altre pratiche scorrette. Se ci accorgiamo che il traffico al sito proviene da toxic backlinks, e quindi generati da fonti anomale, bisogna rimediare al più presto. In caso contrario il sito verrebbe fortemente penalizzato e non risulterebbe più tra i risultati delle ricerche di google.
Quali sono le fonti che generano toxic backlinks?
- Spam nei commenti delle community: quando ci sono troppi link sospetti nei commenti che riportano al sito
- Fonti irrilevanti: quando il traffico arriva da fonti che non hanno nulla a che vedere con il sito in questione, che trattano quindi di argomenti completamente diversi
- Il network: quando i link arrivano dai duplicati di pagine (le cosiddette “mirror page”)
- Link manipolativi: quando il traffico arriva da link malevoli o de-indicizzati che fanno riferimento al tuo sito
Noi di YouToo Digital, Web Agency di Milano, siamo molto attenti a costruire una sana strategia di link building, e ci impegniamo a realizzare contenuti di alta qualità al fine di generare un traffico organico che non rischi penalizzazioni. A tal proposito vi rimandiamo all’articolo “Cos’è la link building e perché può essere utile per il tuo business”.
Perchè i backlinks tossici sono dannosi per il tuo sito?
I backlinks tossici vengono ritenuti fortemente dannosi per un sito perché, essendo generati da pratiche scorrette, come lo spam, sono penalizzati da google e di conseguenza anche il sito che li ospita.
Secondo Google, infatti, il proprietario di un sito è responsabile esso stesso del traffico in entrata e quindi ne deve garantire la sua autenticità.
Su questo Google è molto chiaro e non transige, basti pensare che nel tempo ha introdotto sempre nuovi algoritmi che privilegiano la qualità dei contenuti. Con gli ultimi aggiornamenti infatti, se il link del tuo sito è raggiunto da traffico proveniente da link tossici, anche se non sei direttamente l’artefice, come per esempio per i link manipolativi, il tuo sito viene ugualmente penalizzato.
Cosa vuol dire essere penalizzati da google? Vuol dire non comparire più tra i risultati di ricerca o comparire in pagine remote, che è come non comparire affatto. Se il tuo sito infatti non viene più raggiunto da traffico organico è come se perdesse di interesse per google e quindi lo declassa in termini di ranking.
Cosa fare per garantire qualità ai contenuti del sito e scongiurare così penalizzazioni di Google?
Per avere un traffico in entrata proveniente da backlinks “sani” bisogna seguire queste semplici regole:
- assicurarsi che i link in entrata siano avviati redazionalmente
- verificare che i link siano contestualmente rilevanti
- assicurarsi che i link apportino valore al contenuto che stiamo trattando
Creare una link building sana ed efficace, che produca risultati durevoli nel tempo, è un lavoro che richiede impegno e costanza e, non ultimo, l’analisi dei contenuti è indispensabile per verificare che il lavoro che si sta facendo stia procedendo nella giusta direzione.
Come capire se il tuo sito ha dei backlinks tossici?
Può capitare che il sito riceva dei link tossici in entrata senza che il proprietario ne abbia consapevolezza. E’ quindi importante che il sito venga monitorato costantemente dai giusti tool, ossia da sistemi predisposti ad analizzare il traffico in entrata. Questi tool ci segnalano all’occorrenza se ci sono link provenienti da spam.
Quali sono i tool maggiormente consigliati dagli esperti webmaster?
I sistemi di analisi dei link in entrata più utilizzati e consigliati dagli esperti del settore sono senza dubbio:
- Google Search Console
- Backlink Audit di SEMrush
Google Search Console: è lo strumento gratuito messo a disposizione da Google per monitorare il funzionamento di un sito in termini di prestazioni, controllo URL, monitoraggio dei referral (pagine web che ospitano link al tuo sito) e i link in entrata e in uscita. Insomma la Google Search Console fa un radiografia del sito in modo che se c’è una problematica o un errore viene subito notificato sul tool. Ciò consente un monitoraggio approfondito e dettagliato del sito.
Backlink Audit di SEMrush: è uno strumento che controlla le oscillazioni di tossicità dei link in entrata suddividendoli in 30 categorie raggruppate in diversi gruppi: spam nelle zone di community, fonti irrilevanti, il network e i link manipolativi. L’analisi viene condotta su link, domini e pagine.
Il Negative SEO
Il negative SEO, o SEO negativo, è un insieme di tecniche usate per danneggiare un sito, generalmente quello del competitor.
Le pratiche messe in piedi sono le stesse usate per ottimizzare un sito, ma portate all’estremo, così che gli algoritmi di google individuino queste come pratiche scorrette. Viene quindi messa in piedi una strategia di link building focalizzata sui toxic backlinks, che rimandano al sito del competitor.
In questo modo il sito a cui punta il traffico sospetto viene fortemente penalizzato e spesso accade che il responsabile del sito attaccato non se ne accorga immediatamente. E’ infatti difficile capire quando si è attaccati da pratiche di backlink scorretto, proprio perché tante e complesse.
Perché nasce il Negative SEO?
Il negative SEO nasce per contrastare quelle restrizioni sulla link building messe in piedi da Penguin (pinguino) l’algoritmo di Google nato nel 2012.
Quando Google lancia Penguin lo fa per dare un freno a tutti quei link anomali, i toxic link, che stavano compromettendo il buon uso della SEO.
Nonostante i buoni propositi dell’algoritmo, sono nate pratiche scorrette che si sono avvalse delle limitazioni dell’algoritmo per colpire i siti web antagonisti.
Nasce così il negative SEO, ossia l’ottimizzazione di un sito mediante le pratiche messe al bando da Penguin.
E’ successo così, per esempio, che alcuni proprietari di siti, particolarmente agguerriti, abbiano commissionato ad esperti di SEO di mettere in piedi una link building negativa nei confronti dei propri competitor. Questo al fine di primeggiare tra i risultati dei motori di ricerca a discapito dei rivali.
E’ quindi importante per tutti i proprietari di un sito conoscere i principi di una strategia di SEO negativa, in modo da poterla riconoscere e quindi contrastarla.
Le principali tecniche di negative seo si basano su una link building negativa.
Link Building Negativa
La link building negativa è caratterizzata da quel traffico sospetto proveniente da links spam che danneggia il sito a cui è destinato.
Vediamo in sintesi quali sono le pratiche che rendono la link building “negativa”:
- backlink da siti di scarsa qualità: si tratta di link provenienti da siti web che trattano argomenti indesiderati da google e quindi considerati di scarsa qualità.
- Link con anchor text ottimizzate su una parola chiave commerciale: si tratta di link che provengono da diversi website contenenti tutti lo stesso testo commerciale, diverso dal nome del sito a cui si rivolgono. Questo insospettisce google che non solo penalizza i link da cui partono gli anchor text, ma anche il sito che li ospita
- Backlink widesite e nei footer: indicano un posizionamento anomalo, perché nascosto, dei backlinks, individuati sul lato o in fondo alla pagina.
- Siti web bucati per inserire link esterni: questo accade quando il sito ha problemi di sicurezza ed è facilmente soggetto ad hackeraggio, cioè pratiche intrusive che permettono di manipolare i contenuti di un sito dall’esterno.
- Sottodomini hackerati: anche in questo caso si tratta di un fault sulla sicurezza di un sito, legato però all’ambito del dominio. In questo caso l’hacker riesce addirittura a creare dei sottodomini del sito andando a manipolare i DNS del website.
- Redirect fraudolenti: si tratta di reindirizzamenti provenienti da siti bannati da google verso siti inizialmente “sani”, che per questo rischiano di essere penalizzati anch’essi dal motore di ricerca, pur avendo subito l’attività fraudolenta.
Cosa fare in caso di backlinks tossici o campagna di negative SEO da parte dei vostri competitors
Come abbiamo visto analizzando il fenomeno della SEO negativa, non sempre siamo in grado di accorgerci dell’attacco di backlinks tossici.
Le pratiche di negative seo sono, infatti, tante ed eterogenee, ma qualora ci insospettisca la provenienza di alcuni accessi, google ci mette a disposizione dei tool per denunciare e rifiutare i backlinks sospetti.
Si tratta di un tool gratuito, il suo nome è disavow. L’utilizzo di questo sistema è molto intuitivo: basta indicare il link che riteniamo sospetto e cliccare sul tasto “rifiuta link”.
La modalità è molto semplice, ma Google ci invita costantemente a fare attenzione e a verificare se quei link siano effettivamente oggetto di campagne di negative seo.
Per consultare tutti i link esterni che fanno riferimento al nostro sito, basta andare sulla Google Search Console, sotto la voce “link”. Entrando in questa sezione infatti abbiamo una panoramica di tutti i link esterni e interni, che possiamo anche scaricare in versione .pdf per una migliore consultazione. Ad ogni modo, questo ci consente di analizzare tutto il traffico che arriva sul nostro website. Questa panoramica è sicuramente di grande utilità, ma comunque non ci aiuta ad individuare puntualmente la tossicità di un link in entrata.
Prima di rifiutare un backlink è sempre bene però essere sicuri, perché, come sappiamo, il link building è una di quelle pratiche SEO che incentiva il sito a scalare le SERP di google. Se non siamo sicuri della tossicità di quel link in entrata è meglio fare un’analisi più approfondita o affidarci ai professionisti della SEO.
L’esperienza sul campo consente infatti ai professionisti del settore di avere un maggiore occhio clinico nell’individuare quelle pratiche scorrette da mettere subito al bando.
Hai il sospetto di essere vittima di una campagna di negative SEO? Contattaci e noi di YouToo Digital, Web Agency di Milano, ti aiutiamo a verificare se ci sono effettivamente backlink tossici sul tuo sito.